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Antonio D’Andrea
Giustizia e Menzogna dal Trattato di Pace al Nuovo Stato
di Antonio D’Andrea L’autore in Giustizia e Menzogna dal Trattato di Pace al Nuovo Stato, intende delineare il percorso che ha per crocevia il Trattato di Pace, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947. La Sovranità del Popolo Italiano e della stessa Repubblica subiscono irrimediabilmente, sin da allora, gli effetti del Trattato, che assumono i criteri di un processo, la cui capacità è quella di delimitarne e di umiliarne il perimetro d’azione, con influenze nefaste, nel concreto, su tutto l’agire del Popolo Italiano, sulla sua economia e sulla stessa esistenza concettuale del suo Stato. Gli avvenimenti e le problematiche italiane sono, tutte, inserite in tale perimetro, dal quale non è possibile prescindere. Dall’introduzione. Spero di essere stato capace di delineare il percorso che ha come crocevia il Trattato di Pace, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947. La Sovranità del Popolo Italiano e della stessa Repubblica subiscono – irrimediabilmente – sin da allora, gli effetti mortali del Trattato, che assumono i criteri di un processo, la cui capacità è quella di delimitarne e di umiliarne il perimetro d’azione, con influenze nefaste, nel concreto, su tutto l’agire del Popolo Italiano, sulla sua economia e sulla stessa esistenza concettuale del suo Stato. […] Il Trattato deve essere rivisto attraverso il dialogo, la condivisione internazionale e l’aiuto della Provvidenza. Ma prima di intraprendere un tale percorso, è condizione necessaria ritrovare l’unità fra noi: nella verità e nel rispetto reciproco, nella comprensione e nella lealtà, nella chiarezza e nell’umiltà, nella consapevolezza di essere, nel bene e nel male, tutti italiani, semplicemente italiani.€15.00
Esaurito
L’autore in Giustizia e Menzogna dal Trattato di Pace al Nuovo Stato, intende delineare il percorso che ha per crocevia il Trattato di Pace, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947. La Sovranità del Popolo Italiano e della stessa Repubblica subiscono irrimediabilmente, sin da allora, gli effetti del Trattato, che assumono i criteri di un processo, la cui capacità è quella di delimitarne e di umiliarne il perimetro d’azione, con influenze nefaste, nel concreto, su tutto l’agire del Popolo Italiano, sulla sua economia e sulla stessa esistenza concettuale del suo Stato. Gli avvenimenti e le problematiche italiane sono, tutte, inserite in tale perimetro, dal quale non è possibile prescindere.
Dall’introduzione. Spero di essere stato capace di delineare il percorso che ha come crocevia il Trattato di Pace, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947. La Sovranità del Popolo Italiano e della stessa Repubblica subiscono – irrimediabilmente – sin da allora, gli effetti mortali del Trattato, che assumono i criteri di un processo, la cui capacità è quella di delimitarne e di umiliarne il perimetro d’azione, con influenze nefaste, nel concreto, su tutto l’agire del Popolo Italiano, sulla sua economia e sulla stessa esistenza concettuale del suo Stato. […] Il Trattato deve essere rivisto attraverso il dialogo, la condivisione internazionale e l’aiuto della Provvidenza. Ma prima di intraprendere un tale percorso, è condizione necessaria ritrovare l’unità fra noi: nella verità e nel rispetto reciproco, nella comprensione e nella lealtà, nella chiarezza e nell’umiltà, nella consapevolezza di essere, nel bene e nel male, tutti italiani, semplicemente italiani.
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